Maria Montessori e Rosa e Carolina Agazzi: un confronto

In questo articolo viene proposto un approfondimento e un confronto tra i due metodi, cercando i loro punti in comune e le loro differenze.

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Il metodo Montessori è un metodo scientifico. Questo, è basato sull’osservazione del bambino: il principio cardine della sua pedagogia, risiede nel fatto che riconosce nel bambino energie creative e disposizioni morali che l’adulto ha ormai dentro di sé, ma che vista la posizione anagrafica, tende a reprimere, con la conseguenza diretta di un’educazione statica e la presenza di tendenze da parte dell’adulto di frenare la vitalità del bambino, costringendolo a ritmi di vita innaturali.
Secondo quanto indicato dalla Montessori, è importante educare dapprima i sensi e, in seguito, l’intelletto del bambino. La dottoressa, all’interno del proprio sistema di educazione, propone un materiale di sviluppo, con cui i bambini possono imparare a scrivere e a leggere con l’aiuto dei sensi.
Il bambino, inoltre, seguendo quest’approccio, deve poter avere la libertà di scegliere le attività che intende intraprendere durante la giornata scolastica.
Scardinando il paradigma usuale dell’imposizione, il metodo Montessori concreta nel bambino la capacità di acquisire, da parte dello stesso, una responsabilità intrinseca, che lo porta a sperimentare e a seguire le proprie attitudini, senza andare a discapito della didattica. Questa, infatti è sempre presente, ma a supporto dell’individualità di ogni bambino.
Per una buona applicazione del metodo, è indispensabile avere un ambiente preparato, con l’introduzione di arredi adatti al bambino, del materiale di sviluppo e di un adulto preparato che lo aiuti, quando è necessario. Questa visione, aperta al dialogo e all’apprendimento secondo i ritmi del bambino, la rendono particolarmente adatta anche ai bambini con difficoltà.

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Le sorelle Agazzi, invece, propongono un’innovazione dell’asilo infantile, rendendolo sempre più a “misura del bambino”. L’ambiente, stimola nel bambino sia la creatività che il dialogo con l’adulto. L’educazione, viene impartita in un clima familiare e affettivo, seguito dalla figura “materna” dell’educatrice, che ha un ruolo di maternage (insieme delle cure affettuose, premurose e continue che caratterizzano l’atteggiamento materno; infatti, la cura del bambino avviene attraverso un’educazione basata sull’amore, il contatto, la comunicazione e il conforto; attraverso il maternage si soddisfano i bisogni primari di ogni bambino).
Le attività del bambino, sono svolte in ambienti dotati di materiali semplici e quotidiani; viene, difatti, data priorità alla sua formazione pratica, sociale e spirituale. Ciò al fine di orientarlo verso gli influssi della religione cattolica e dell’idealismo pedagogico.
La figura della “maestra”, viene sostituita dalla figura “dell’educatrice”; quest’ultima deve padroneggiare differenti tipi di capacità che risiedono nell’organizzazione, nella flessibilità e sensibilità nei confronti degli impegni e degli alunni coordinando, allo stesso tempo, il lavoro e la vita dei bambini stessi, evitando peraltro scolasticismi precoci.
Secondo le sorelle Agazzi, se l’ambiente abituale del bambino è un ambiente domestico, la scuola dovrà riprodurre la stessa ecologia, introducendo occupazioni artigianali, domestiche ed agricole, note già ai bambini grazie alle loro famiglie. Essa, deve essere un prolungamento dell’ambiente familiare, in modo che sia capace di riprodurre una “casa” con aule, giardini, animali domestici, piante e una sala adibita a “museo”. Quest’ultimo ambiente, consiste in un ambiente che raccoglie materiali didattici e “umili”; oggetti presi svuotando le tasche dei bambini. A tal proposito, occorre ricordare che, i materiali didattici, non devono essere caricati di significati simbolici, altrimenti possono reprimere la tendenza dei bambini a raccogliere e giocare con piccoli oggetti quotidiani (spago, tappi…).
Il bambino delle sorelle Agazzi è un bambino del “Fare”. Le occupazioni sedentarie dovranno quindi essere ridotte al minimo, sostituite da attività libere ed individuali. Il bambino, deve poter “fare da se” rispettando le giuste regole fornite dalle educatrici all’interno degli ambienti scolatici. Il metodo cosiddetto “intuitivo”, insieme all’azione diretta dell’educatrice, diviene la via principale per il giusto apprendimento.

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Capita spesso, che all’interno delle famiglie, per svariate motivazioni, viene denegato ai bambini la partecipazione attiva alle attività di vita pratica, come la preparazione della tavola, l’igiene personale, la pulizia. Per le sorelle Agazzi, invece, questi momenti, costituiscono gli elementi educativi principali e quindi il fulcro del loro sistema di istruzione.
In questo innovativo contesto, fra le attività di vita pratica, un posto rilevante, spetta al giardinaggio. Il bambino lavora in apposite aiuole, con appositi attrezzi, adeguati alla sua età e alle sue capacità. Attraverso quest’attività, il bambino, svilupperà un rapporto positivo con l’ambiente e con la natura, rendendolo autonomo e responsabile. Queste attività, inoltre, vengono considerate dalle Agazzi, come propedeutiche attività di pre-lavoro, e che altresì divengono parte integrante dell’intuizione idealistica e della dimensione estetica, quali l’armonia e la bellezza.
Tuttavia, le attività che agevolano al meglio un educazione estetica, sono le attività costruttive (produzione di oggetti attraverso il modellamento di materiali di poco valore: sabbia, argilla…).
Le Agazzi, dunque, organizzano per il proprio modello scolastico, gli ambienti, la produzione artistica, connettendo diversi tipi di attività utili all’educazione estetica, quali il disegno, che va incoraggiato e sostenuto, sia come libera espressione psicologica del bambino, sia come rappresentazione in concreto di un racconto fatto dell’educatrice.
Altra attività importante, facente parte dell’alveo di attività utili all’educazione estetica è la recitazione, intesa come la rappresentazione di tipiche situazioni della vita quotidiana infantile. Solo grazie a queste attività, il bambino, acquisirà maggior fiducia in se stesso, migliorando sensibilmente il proprio equilibrio morale e intellettivo.
Strettamente legata all’educazione estetica è l’educazione sensoriale. Le Agazzi, nel loro ambiente educativo, importano l’uso delle forme naturali delle cose. La natura in sé, essendo varia, attribuisce una forma agli oggetti, gli attribuisce anche il colore, e grazie all’apprendimento di entrambe (forme e colori), il riconoscimento di caratteristiche intrinseche degli oggetti, diventa più semplice. In base alla colorazione, cambia l’oggetto. Dal colore si passa, successivamente, allo studio della materia attraverso il contatto diretto con gli oggetti quotidiani.

*    Scuola elementare, oggi, Scuola Primaria

**   Scuola materna, oggi, Scuola dell’infanzia

*** Il termine educatrice verrà successivamente sostituito (1991) con quello di “insegnante”.

NOTA

Nel testo viene indicato il termine bambino solo nell’accezione maschile, per rendere la lettura fluida. Tuttavia, il riferimento è sempre all’identità sia maschile che femminile.

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