Per insegnare a scrivere:
– nel metodo tradizionale, si segue una progressione per tracciare i segni alfabetici: linee dritte, curve, oblique. Si giunge, così, a tracciare le varie lettere: si fa, quindi, un’analisi dei segni alfabetici;
– nel Metodo Montessori, invece, si analizzano i movimenti che deve eseguire la mano che scrive.
Quindi, con esercizi piacevoli e interessanti – che non rappresentano la scrittura grafica vera e propria – si fanno eseguire i diversi movimenti.
“Il linguaggio è di tale importanza per la vita sociale che potremmo considerarlo come base di essa. Esso permette agli uomini di unirsi in gruppi, in nazioni. Il linguaggio determina quella trasformazione dell’ambiente che noi chiamiamo civilizzazione”
Così, il bambino, giunge alla scrittura in modo indiretto.
Nel libro Album Linguaggio 1 – Introduzione al linguaggio viene tracciato un percorso di preparazione alla conoscenza della scrittura e della lettura del bambino in età prescolare – dai 2 anni e mezzo, 3 anni. L’apprendimento diventa, allora, una conseguenza e conclusione logica, facile e spontanea di essa.
Viene sottolineato che, scopo della parola, è quello di fissare, definire e precisare l’idea e facilitare la comprensione delle cose che circondano il bambino, nell’ambiente in cui vive.
La mano viene preparata per la scrittura, con movimenti coordinati e preparatori, ed esercizi sensoriali.
Essa:
– tocca, leggera, una superficie liscia e ruvida;
– prende i cilindri degli incastri solidi e li mette nei fori;
– tocca con due dita, indice e medio, i contorni delle forme geometriche.
È importante la preparazione indiretta delle abilità motorie per aiutare lo sviluppo del bambino nel “periodo sensibile” della motricità: il bambino una volta preparato, indirettamente, a seguire tutti i movimenti necessari per scrivere, non ha più difficoltà nella scrittura. La scrittura e la lettura determinano acquisizioni più complesse che, da ora in poi, si arricchiscono, continuamente, di nuove conoscenze e competenze.
NOTA
Nel testo viene indicato il termine bambino solo nell’accezione maschile, per rendere la lettura fluida. Tuttavia, il riferimento è sempre all’identità sia maschile che femminile.
BIBLIOGRAFIA:
– Ludovica Capozzi, “Album Linguaggio”, Introduzione al Linguaggio, Independently published, 2021
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